Mediterraneo nei piatti della nostra cucina
Durante il periodo estivo mi capita spesso di degustare un piatto a me molto caro, la Caponata Siciliana. Un piatto che parla la lingua Mediterranea, da me tradotta in lingua “Medita”. Una lingua che non ha bisogno di parole, una lingua che si esprime attraverso i sapori, i profumi, gli aromi propri del Mediterraneo, di una natura selvaggia che ti fa capire e nello stesso tempo meditare su quanto noi uomini siamo così piccoli e fragili. La miscela esplosiva di melanzane fritte, cipolle, capperi, olive, in una salsa agrodolce di pomodoro, zucchero e aceto ti invita alla meditazione, tale è il piacere quando la assapori.
Un giorno però mi trovavo nel sagrato della chiesa di San Rocco, che dai pendii del monte di Portofino guarda Camogli, nella Liguria di Levante, e vidi appesi ai pini marittimi che circondano la piazzetta, cartelli che pubblicizzavano la Sagra della Capponadda. Pensai che nel dialetto ligure fosse la Caponata Siciliana Invece no, si trattava di un altro piatto con un nome simile.
Un piatto della lingua Medita, dove anche questa volta il Mediterraneo ti cattura, e ti fa meditare
quante cose buone conserviamo. In questo caso, come anche in quello siciliano, un piatto povero, il primo è di terra, e il secondo – di mare. I pescatori un tempo si portavano in barca poche cose: delle gallette secche, che poi ammorbidivano con l’acqua del mare, un pomodoro, una cipolla, poi aggiungevano qualche pesce appena pescato e il pranzo era servito.
Oggi sono dal mio caro amico Marco Maggiolo, figlio d’arte del leggendario Nicco,
cui prede nome questo raffinato ed elegante bar, enoteca, ristorante Da Nicco, sulla collina di Ruta di Camogli, con la spettacolare vista sul Golfo Paradiso. Cristian, il suo bravo cuoco mi fa degustare la Capponadda accompagnata dai splendidi vini della Cantine Lunae del Levante Ligure e dei colli di Luni.
Paolo Bosoni, un vignaiolo d’altri tempi
La passione di Paolo Bosoni per la vigna nasce tanti anni fa. Essere viticoltore, coltivare la terra per lui è una vocazione. Descrive così il suo impegno in versi danteschi:
«Non son Re né Principe né Marchese,
ma figlio di contadini senza pretese.
Nella vita molti ho aiutato e il mio aver non ho rubato,
ma il frutto di sacrificio e molta esperienza
di tanti anni di duro lavoro e di pazienza
perché contadino son nato
e amante del buon vino non sono improvvisato».
Ecco, questo è Paolo, un altro uomo che non si ferma mai.
Lunae è il nome della sua cantina nel Levante Ligure, con i vigneti situati tra Ortonovo, Sarzana e Castelnuovo Magra. Un nome che si accomuna perfettamente con questo territorio, i Colli di Luni, che conferisce all’uva sentori di mare inimitabili. I suoi vini bianchi, come i Vermentini, Albarola e molti altri sono sempre eccellenti e si sposano perfettamente con il pesce e con i formaggi di questa Regione. Energia e vitalità di Paolo sono inesauribili, ha sempre le idee nuove. Tanti sono i progetti di Paolo, che riesce sempre portare a termine egregiamente, insieme al figlio Davide, sempre al suo fianco.
Cà Lunae
Via Palvotrisia,2
19030 Castelnuovo Magra
(La Spezia)
Tel.: +39 0187 693483
info@calunae.it
www.cantinelunae.com