Destinazione Ponza a scoprire un vigneto accarezzato dalle brezze marine nel cuore del Mediterraneo dove nasce un grande vino, il Faro della Guardia
Casale del Giglio, un’azienda vitivinicola che affonda le sue radici nel 1914: ha una lunga storia che dura da 111 anni! L’attività fu avviata infatti dal bisnonno Berardino Santarelli, originario di Amatrice. La famiglia negli anni Trenta si trasferì a Roma, aprendo il primo di dodici negozi “Vini, Olii & Liquori”, rilevando una vineria storica risalente al 1860, in Piazza Capranica. Fu nel 1967 che, Dino Santarelli, affascinato dall’Agro Pontino, creò l’azienda agricola Casale del Giglio. Ci troviamo nella rigogliosa provincia di Latina, in località Le Ferriere, non lontano dall’antichissima città di Satricum.
Antonio Santarelli, vignaiolo illuminato e grande amico, questa volta ci porta a Ponza, perla delle isole Pontine, a scoprire la sua Biancolella di Ponza, un nobile vino che profuma di mare! Partiamo!
Passeggiata sull’isola in compagnia di Suzanne Branciforte
“…Destinazione: Ponza, una minuscola isola del Mar Tirreno, al largo della costa tra Roma e Napoli. E intendo minuscola: poco più di 5 miglia di lunghezza e 1,5 miglia di larghezza. Per qualche ragione, il suo nome continuava a venire fuori.. e allora chissà se è l’universo che ti sta chiamando a visitarla, come una canzone di Circe (e non a caso il vicino promontorio è il parco Nazionale del Circeo). Sono stata attirata a visitare Ponza, dove – che ci crediate o no – si coltiva la vite.” Così scriveva la bravissima scrittrice Suzanne Branciforte nel suo blog “La vite italiana” (Italian Grapevine), dove raccontava con grande passione e competenza le sue esperienze nel mondo del vino italiano.
“È un gesto eroico, produrre vino sui ripidi pendii di questo piccolo lembo di terra”. Ed è così che, un giorno, Antonio e l’Enologo dell’azienda Paolo Tiefenthaler, su segnalazione di Tommaso Tartaglione, ponzese Doc, nonché Responsabile Commerciale della Casale del Giglio, decisero di piantare il vitigno Biancolella, una varietà autoctona, importata sull’isola di Ponza dalla vicina Ischia nella metà del ‘700 ai tempi del Regno di Napoli sotto i Borbone. Sono state così messe a dimora le vigne su un piccolo altopiano denominato “Piano Scotti”.
Faro della guardia, prezioso vino dalle uve autoctone della meravigliosa isola che parla del Mediterraneo
Il nome di questo vino si è ispirato al maestoso Faro della Guardia, costruito nel 1886 su una rocca a strapiombo sul mare cristallino a 112 m s.l.m.
Le uve Biancolella in purezza vengono vinificate secondo la tradizionale lavorazione in bianco con pressatura soffice di uva intera e una successiva fermentazione spontanea con lieviti indigeni. Il suo colore giallo con riflessi leggermente verdolini lascia trasparire un profumo intenso che ricorda la frutta dalla polpa gialla, come la pesca e l’albicocca, accompagnate da note floreali di biancospino. Al palato si presenta di ottima mineralità e di grande sapidità, l’espressione di un territorio “vulcanico – calcareo”. Un vino maestoso che racconta un’isola preziosa, custode di profumi che solo il Mediterraneo ci può regalare
Antonio e Paolo sono riusciti a creare una vera meraviglia. “La convivialità di un brindisi: questa è amicizia, questa è estate, questa è vinificazione eroica su una piccola isola”, racconta Suzanne. E noi andiamo a fare un brindisi con il Faro della Guardia in un luogo fantastico, da un grande amico e grande ristoratore, Gino Pesce. Nel suo bellissimo ristorante “Acqua Pazza” nel cuore di Ponza, Gino ci ha preparato un piatto perfetto con questo vino magico.
Da Gino Pesce all'”Acqua Pazza” per brindare all’amicizia e assaggiare un grande piatto
La storia di Luigi Pesce, chiamato Gino, è bellissima. Negli anni ’70 il papà Vincenzo aveva una pescheria e Gino ancora bambino si incuriosiva, voleva sapere tutto del pesce che si pescava in quel mare meraviglioso. Nel 1973 papà apre la Pergola, una bellissima trattoria di pesce nel centro di Ponza. Gino inizia ad imparare l’arte del cuoco. Verso la fine degli anni ’80 sposa Patrizia, anche lei appassionata di cucina, e nel 1989 aprono “Acqua Pazza”, uno straordinario ristorante che dopo pochi anni conquista la prima stella Michelin. Oggi l’Acqua Pazza si è trasferito in un posto incantevole a picco sul mare, un autentico paradiso dedicato al palato.
Gino ha preparato per Cacio & Pepe Magazine il piatto preferito da accompagnare con il Faro della Guardia del Casale del Giglio, questo vino insuperabile: lo “Spaghetto C’o Fellone” (la Granseola chiamata dagli isolani “o Fellone”).
Casale del Giglio
Le Ferriere (LT) Lazio
www.casaledelgiglio.it